giovedì 27 novembre 2014

Stagione concertistica 2014 / 2015 - Primo Concerto.


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La Stagione concertistica 2014 / 2015 dell'orchestra da camera "Franz Joseph Haydn" si inaugura sabato 29 novembre 2014 alle ore 21 presso la basilica di San Magno a Legnano, con un concerto fortemente caratterizzato dalla destinazione solistica dei brani proposti e dedicato ad un protagonista assoluto del tardo barocco: Antonio Vivaldi.
Il programma prevede l’esecuzione di concerti non frequentemente eseguiti e con organico solistico di particolare e sicuro interesse. 

Programma:

Concerto in sol min RV 107 per flauto, oboe, fagotto, violino e basso continuo
Pier Angelo Prandoni, flauto
Matteo Moretti, oboe
Danilo Zaffaroni, fagotto
Luca Torciani, violino
Roberto Villa, basso continuo

Concerto in Sol magg RV 532 per due mandolini, archi e basso continuo
Matteo Bonizzoni, Francesco Grasso, mandolini

Concerto in Sol magg RV 443 per flauto sopranino, archi e basso continuo
Concerto in Do magg RV 444 per flauto sopranino, archi e basso continuo
Josè Manuel Fernandez, flauto sopranino

Concerto in Do magg RV 537 per due trombe, archi e basso continuo
Paolo Russo, Valentino Favoino, trombe

Il concerto è interamente dedicato a Vivaldi, con l’esecuzione di cinque concerti per diversi organici, in un caleidoscopio sonoro di colori e timbri strumentali. La forma di tutti i brani in programma è quella tripartita (Allegro-Adagio-Allegro), che lo stesso Vivaldi contribuì in modo decisivo a rendere “canonica” nella musica del ‘700. La struttura interna dei tempi estremi segue lo schema barocco del concerto grosso, caratterizzato dall’alternanza tra ritornelli orchestrali eseguiti da tutti gli archi e dal basso continuo, ed episodi solistici (il cosiddetto “concertino”) eseguiti dai solisti accompagnati da pochi strumenti, i quali possono riproporre figurazioni del ritornello oppure introdurre nuovi motivi. Questo schema, peraltro, viene innervato da Vivaldi da tensioni virtuosistiche che già preludono al concerto solista. I movimenti lenti, sempre brevi e in modo minore, possono essere in forma monotematica, nei quali un’intensa melodia viene ripetuta due volte, la seconda con fioriture vocalistiche, oppure nella forma bitematica con una parte centrale, derivata dalla danza.
Il Concerto per 5 strumenti RV107 (1720) appartiene al gruppo dei 22 concerti “da camera” scritti da Vivaldi, nei quali gli esecutori svolgono, in diversi punti e momenti del brano, sia la parte solistica che l'accompagnamento. Nei primi due tempi la parte più rilevante è affidata alle parti acute (oboe, violino e flauto). Il maggiore interesse del concerto risiede tuttavia nel finale variato in forma di passacaglia. La passacaglia, che deriva probabilmente da una danza di origine spagnola, mantiene un incedere moderato su un basso ostinato, che viene ripetuto e ripresentato uguale nell'intero brano, mentre sopra di esso tutti gli strumenti, compresi quelli gravi, elaborano e presentano variazioni solistiche più o meno impegnative tecnicamente. La passacaglia e la sua sorella gemella, la ciaccona, assurgeranno poi alla massima notorietà grazie a Bach e Händel, e saranno riprese da numerosi autori dell’800 e specialmente del ‘900
Il Concerto doppio per 2 mandolini RV532 (1711) fu composto per le giovani musiciste dell’Ospedale della Pietà di Venezia, nel quale Vivaldi fu lungamente insegnante e compositore. I 4 concerti per mandolino scritti da Vivaldi testimoniano della sua capacità di fare assurgere qualsiasi strumento, anche i più inusitati, ad un ruolo concertante, nel caso particolare valorizzandone allo stesso tempo il canto lirico e la vivacità. È da notare il modo con il quale nel tempo lento, l’autore riesce a non fare scomparire l’esile sonorità del mandolino – non certo uno strumento nato per l’orchestra - di fronte alla massa orchestrale. Osserviamo ancora che il mandolino usato a Venezia al tempo di Vivaldi era diverso da quello moderno: era accordato per quarte e non per quinte come il mandolino napoletano oggi in voga, ed aveva cinque corde doppie, partendo dalla più grave Si, Mi, La, Re, Sol. Era diffuso non solo a Venezia, ma in tutta Europa.
I due Concerti per flauto dolce sopranino RV443 e RV444 (1728-29), altamente virtuosistici, sfruttano la penetrante sonorità sovracuta di questo strumento, il cui suono reale è all’ottava superiore rispetto alla partitura, e sono capolavori di fantasia, freschezza e languore melodico. Il manoscritto originale del concerto RV443, il più interessante, possiede a margine l’enigmatica annotazione “alla quarta bassa”, che è stata interpretata come la possibilità per l’esecutore di utilizzare un flauto soprano in Do invece del sopranino in Fa, rendendo alcuni passaggi meno stridenti. Il secondo movimento è costituito da una “siciliana” in Si minore, nel tempo di 12/8, malinconica e riccamente ornamentata. Il carattere del concerto RV444, del tutto differente dal precedente, potrebbe essere sufficiente a smontare il luogo comune, riaffermato anche da una celebre boutade del caustico Stravinsky, della mancanza di varietà nella musica vivaldiana. Nel pezzo, è possibile notare numerosi richiami tematici e passaggi strumentali che ricordano le celeberrime “4 Stagioni”.
Il Concerto doppio per 2 trombe RV537 (1719 circa), scritto per trombe in Do durante il periodo passato a servizio del governatore di Mantova Filippo di Assia-Darmstadt, presenta numerosi problemi nell’interpretazione del manoscritto originale, che hanno dato luogo a più di una versione della partitura. La scrittura è stata accostata a quella utilizzata in alcune opere liriche vivaldiane più o meno coeve al concerto, per esempio al “Tito Manlio”. Nelle parti solistiche del primo tempo, è interessante lo stile imitativo che caratterizza il dialogo tra le due trombe. Il brevissimo tempo lento è costituito da poche battute, quasi un respiro prima di rituffarsi nel tourbillon del finale. Lo stile, sebbene spontaneo e molto piacevole, non presenta particolari innovativi rispetto alla prassi del primo settecento. Si tratta tuttavia di una tra le opere vivaldiane che, anche grazie alla sua suggestiva e solenne sonorità, hanno conservato maggiore popolarità.
(a cura di Massimo Sacchi)

Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it

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