domenica 20 dicembre 2015

Aperitivi in concerto 2015 - Recensione concerto del 13 dicembre 2015.

Legnano - Si è concluso con un recital della pianista salernitana Elisa D’Auria il ciclo “Aperitivi in concerto 2015” a cura dell'Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn. Un programma estremamente impegnativo, dato che di quasi tutti i brani esistono in disco esecuzioni da parte dei più grandi pianisti della storia, nel quale la nostra giovane interprete ha mostrato di essere perfettamente in grado di sostenere la sfida, raggiungendo anche, nei due brani lisztiani, un livello interpretativo di valore assoluto.
Lo Schumann della Fantasia op.17 in Do maggiore, per cominciare. Uno dei capolavori del compositore sàssone, ed insieme uno dei vertici della musica pianistica romantica. La storia all’origine del pezzo è ben nota a tutti gli appassionati di musica pianistica, trattandosi di una sorta di canto d’amore e di dolore per l’amata lontana. In realtà, dietro la dizione ingannevole di Fantasia, si cela il brano schumanniano formalmente e concettualmente più complesso, ed anche il più virtuosistico, insieme agli Studi Sinfonici. Ebbene, l’interessante chiave interpretativa scelta dalla nostra pianista ci è sembrata molto più vicina allo spirito dello Schumann giovanile - che partiva lancia in resta contro i filistei della musica -, piuttosto che a quello intimistico e prossimo ad un poeta notturno come il Novalis, che altri interpreti vi vedono. E in questa luce, il tempo centrale (che porta il titolo “Trofei”) assumeva un ruolo ben più importante rispetto a quello usuale di semplice intermezzo posto tra i più estesi movimenti estremi (“Rovine” e “Palme”). Un’esecuzione di grande forza e dalla tecnica impeccabile, persino nella coda che conclude il secondo tempo, temutissima da tutti i pianisti per i suoi pericolosi salti (persino Horowitz, nelle sue esecuzioni pubbliche americane, pare rallentasse sensibilmente in questo passo), e che la D’Auria ha affrontato con tranquillità e senza alcun timore.
E poi Liszt. Dapprima il Liszt trascrittore di Wagner della “Morte di Isotta” (1867), brano attualmente poco eseguito sia per l’estrema difficoltà nel rendere giustizia a tutte le sue sfumature, sia perché le trascrizioni che Liszt faceva di celebri pezzi operistici, assai in voga e popolari presso il pubblico fino ai primi decenni del secolo scorso, sono poi cadute in discredito, essendo considerate da molti pianisti e musicologi musica spettacolare e di secondo ordine (a torto, almeno a parer nostro). Di seguito, il Liszt della Leggenda di S.Francesco di Paola che cammina sulle acque, del 1863, uno dei grandi affreschi musicali dell’ungherese. Senza enfasi, diremo che le esecuzioni di questi due brani si pongono tra le più belle da noi ascoltate, anche includendo quelle in disco. Una perfetta fusione di virtuosismo ferreo, tecnica trascendentale del tocco, e fantasia narrativa. Persino la forma, aspetto di solito poco evidenziato in questi brani rispetto agli aspetti pittorici e descrittivi, balzava fuori con un’evidenza abbagliante.
La stessa baldanza cavalleresca della Fantasia schumanniana abbiamo ritrovato nella Polacca-Fantasia op.61 di Chopin. Come noto, questo pezzo del tardo Chopin si pone in limine ad una nuova fase creativa del compositore polacco, interrotta dalla morte prematura, e rende possibili due diverse possibilità interpretative, poco compatibili tra loro: o mantenerla nella luce della Polacche precedenti (la scelta, ad esempio, di Pollini) oppure di vederla entro una nascente ricerca coloristica, che prelude con decenni di anticipo all’impressionismo. Elisa D’Auria ha chiaramente privilegiato la prima opzione, e la ha seguita con perfetta coerenza. Inaspettatamente, alcuni passaggi ci hanno ricordato però non tanto la più nota Polacca “Eroica” op.53, bensì la meno conosciuta e bellissima Polacca op.44. E assai suggestiva la parte finale, che si allontanava verso l’orizzonte, sospesa tra sogno e trionfo.
Due i bis: la Sonata K.394 in Mi minore di Scarlatti, dagli umori tanto contrastanti, e “Warum?” (“Perché?”) terzo brano della raccolta Fantasiestücke op.12 di Schumann, con il quale questo magnifico concerto si chiudeva nel silenzio di una domanda senza risposta.
Massimo Sacchi
Fotografia di Enzo Mari (Assesempione)

Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn.
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it



mercoledì 9 dicembre 2015

Aperitivi in concerto 2015 - 13 dicembre 2015.

https://drive.google.com/file/d/0B-jxFGXadxfRSHFTcnVZbzhTZTQ/view?usp=sharing
Giunge all'ultimo appuntamento la fortunata rassegna "Aperitivi in concerto 2015":

Domenica 13 dicembre 2015 ore 11
Teatro sala Ratti, Corso Magenta 9, Legnano
Ingresso gratuito

Elisa D'Auria, pianoforte.

Programma:
Robert Schumann, Fantasia in c major op. 17.
- Durchaus phantastisch und leidenschaftlich vorzutragen
- Massig. Durchaus energisch
- Langsam getragen. Durchwegleise zu halten

Richard Wagner - Franz Liszt, Isoldens Liebestod.
Franz Liszt , Legende n. 2.
Franz Liszt, St. François de Paule marchant sur les flots.
Fryderyk Chopin, Polonaise-Fantasie op. 61.

A cura dell'Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn.
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it

lunedì 7 dicembre 2015

Concerto del 5 dicembre 2015 - rassegna stampa.

Tratto da Assesempione.info:
Legnano - È stato lungamente applaudito, nella serata di ieri, il primo incontro della serie Note di Natale, patrocinato dal comune di Legnano all'interno della rassegna natalizia per Un Natale di Stelle a Legnano e tenutosi alla chiesa del SS.Redentore. Il M. Balleello, con un nucleo della sua Orchestra Haydn, vi ha diretto un gruppo di Concerti grossi natalizi di autori barocchi italiani, tutti naturalmente incentrati intorno ad una Pastorale. Questo tipo di brano, costruito in modo da essere ben riconoscibile da tutti gli ascoltatori, imita le ingenue e commoventi musiche che venivano eseguite dagli zampognari scesi dalle montagne durante il periodo d’Avvento. Questo spettacolo è stato per secoli comune in tutte le città italiane, ma è purtroppo ora sempre più raro, persino come ricostruzione in costume. Ai tre pezzi contenenti una pastorale si alternavano due concerti di Vivaldi e, nel finale, un breve brano incentrato intorno a canti di Natale moderni ma già classici, composto dal M. Balletti, oboista dell’orchestra. Seppure costruito per un’occasione particolare, il programma si poneva implicitamente in continuità con quella proposta di rivalutazione, presso il grande pubblico, del barocco “minore” italiano e non italiano, che l’Orchestra Haydn sta portando avanti da tempo.
Il primo brano eseguito è stato il suggestivo Concerto grosso in Do maggiore Op.3 n.12 del pistoiese Francesco Manfredini, pubblicato nel 1718. Questo è uno dei tanti autori semisconosciuti del nostro tardo barocco, e che meriterebbero sicuramente una maggiore notorietà. Molto natalizio, nella sua poco convenzionale successione di tempi (lento-lento-veloce), e iniziato proprio da un Largo in forma di Pastorale. Si è proseguito con il Vivaldi giovanile del Concerto in La minore per 2 violini op.3 n.8, del 1710 circa. Un brano giovanile forse un po’ atipico, nello spleen che possiede tutti i suoi tre movimenti, dall’interrogarsi dei due violini nell’Allegro iniziale, all’ostinato orchestrale del Larghetto e spiritoso (!) centrale, al vibrante ma non rappacificato finale, nel quale il duo di violinisti Zarrilli e Torciani si sono superati nel virtuosismo di un brano molto difficile e condotto ad altissima velocità dalla direzione del M. Balleello.
Ma grande musica è anche il Concerto grosso in Sol minore Op.8 n.6 di Giuseppe Torelli, del 1709, brano che peraltro è sempre rimasto tra i preferiti delle compilazioni di classici natalizi. Questo lavoro, uno degli ultimi composti dal musicista veronese, mostra l’ormai raggiunta padronanza della struttura del Concerto grosso, sia nella struttura in tre tempi veloce-lento-veloce, sia nell’equilibrio tra gli strumenti solisti del “concertino” ed il “Tutti” orchestrale. Due brani danzanti, in forma di giga e di tarantella (ma è una tarantella assai poco gioiosa) precedono qui il Largo centrale nella forma di pastorale.
Il secondo brano di Vivaldi in programma, il breve Concerto in Fa maggiore per flauto, oboe e fagotto “La tempesta di mare”, del 1720 circa, era un brano un po’ meno profondo ma assai più “vivaldiano” del primo, ravvivato dal dialogare - come di vecchi amici - dei tre strumenti a fiato.
Un capolavoro assoluto della storia della musica, non solo barocca, è invece il Concerto grosso in Sol minore Op.6 n.8 di Arcangelo Corelli, del 1690, in sei movimenti nella successione Vivace-Allegro-Adagio ripetuta due volte. Corelli è considerato, insieme a Tomaso Albinoni, il pioniere di questa forma strumentale. A nostro avviso, in questo complesso brano, il M. Balleello ha raggiunto uno dei vertici della sua arte direttoriale, sia nella scelta dei tempi, sia nella capacità di creare in alcuni momenti un andamento sospeso e pieno di stupore, sia nella magica e prolungata Pastorale finale.
Ha concluso il concerto, per la gioia del pubblico accorso, l’esecuzione della raccolta di brani tradizionali natalizi composta dal M. Claudio Balletti, oboista dell’Orchestra Haydn. Una veramente magnifica e suggestiva orchestrazione, lungamente meditata dal suo autore, iniziata con un Adeste Fideles, sul quale si innestavano altri famosi canti, e terminata da una corsa in slitta con uno Jingle Bells partito al … passo e terminato con un trotto scatenato che ha trascinato tutti nella sua immaginaria slitta. Calorosi e lunghi applausi e bis per il Jingle Bells finale.

Apprezzata e gradita l'iniziativa a fine concerto: il brindisi tra l'amministrazione, presente l'assessore Tripodi a rappresentare il Supremo magistrato e sindaco Centinaio, il capitano del Palio delle contrade e del palio, Mino Colombo, Gianfranco Bononi, le reggenze, i contradaioli e cittadini della contrada Legnarello e San Erasmo (per tutto il mese si alterneranno concerti nelle chiese delle varie contrade cittadine con l'obiettivo di avvicinare la cittadinanza al mondo del Palio) .
Massimo Sacchi e Enzo Mari


Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it


mercoledì 2 dicembre 2015

Incontri musicali "Note di Natale" - concerto del 5 dicembre 2015.

https://drive.google.com/file/d/0B-jxFGXadxfRbUV4Sm9XTjZTVVE/view?usp=sharing
Si inaugura con il concerto del 5 dicembre alle ore 21 presso la Chiesa del SS. Redentore a Legnano la serie degli incontri musicali Note di Natale (link al programma), patrocinati dal comune di Legnano. Il M. Balleello dirigerà la sua Orchestra Haydn, attiva da oltre quindici anni, e riconosciuta ormai come una realtà imprescindibile, nel campo della musica colta e dell’educazione al suo ascolto, per la nostra città. Il nucleo tematico della serata sono i brani dedicati al Natale di tre diversi autori italiani, tutti appartenenti al cosiddetto periodo tardo barocco, e tutti costruiti intorno ad un movimento in forma di pastorale. In realtà, quello di “tardo barocco” è un concetto convenzionale usato per designare il periodo della storia della musica compreso tra la fine del XVII e la metà del XVIII secolo, ma gli autori di quest’epoca sono tra loro differenti, nello specifico stile compositivo e finanche nella personalità, quanto quelli dell’800 o del ‘900. Dimostrare ciò anche al grande pubblico è stata la motivazione alla base del programma che era stato proposto dall’orchestra nel primo concerto della stagione regolare (quello tenuto il 21 novembre scorso), e con il quale i brani di questa sera – al di là della specificità dell’occasione - si pongono in ideale continuità.
Si comincerà con il Concerto grosso in Do maggiore Op.3 n.12 di Francesco Manfredini, pubblicato nel 1718. Manfredini è sicuramente il meno noto tra gli autori proposti, ma anche probabilmente il più natalizio, con i suoi due tempi lenti susseguentisi, anticonvenzionali rispetto alla consueta successione dei tempi nel concerto grosso (veloce-lento-veloce) che era stata resa canonica proprio dal suo maestro Torelli.
Si proseguirà con Vivaldi. Un Vivaldi non natalizio, però la musica del grande veneziano è sempre talmente suggestiva da farne un autore per tutte le stagioni (non solo le 4!). Il Concerto in La minore per 2 violini op.3 n.8 (del 1710 circa) è uno dei più riusciti della raccolta giovanile detta L’estro armonico, particolarmente interessante nel procedere incessante del primo movimento, e nell’elegiaco dialogo tra i due violini del Larghetto.
Praticamente contemporaneo (fu pubblicato postumo nel 1709) è il Concerto grosso in Sol minore Op.8 n.6 di Giuseppe Torelli, un altro classico mai tramontato dal panorama esecutivo. Dopo aver ricordato brevemente che la caratteristica principale della forma musicale detta concerto grosso è la contrapposizione tra l’orchestra (il “Tutti”) e un duo di violini oppure di fiati, con basso continuo, detto “concertino”, osserviamo che questo lavoro della maturità del compositore mostra una raggiunta padronanza della struttura, con un perfetto equilibrio dialogante tra i violini soli e l’orchestra.
Il secondo brano di Vivaldi, il breve Concerto in Fa maggiore per flauto, oboe e fagotto “La tempesta di mare” (1720 circa), è in realtà un brano più convenzionale, ma sicuramente più “vivaldiano” del primo, o quanto meno più vicino a ciò che l’ascoltatore occasionale si aspetterebbe dalla musica del nostro: un tripudio di colori, effetti strumentali e naturalismo descrittivo.
Ma il capolavoro della serata è sicuramente il Concerto grosso in Sol minore Op.6 n.8 di Arcangelo Corelli, del 1690, in sei movimenti nella successione Vivace-Allegro-Adagio ripetuta due volte. Corelli è considerato, insieme a Tomaso Albinoni, il pioniere di questa forma strumentale. La tonalità di Sol minore non è, in questo brano corelliano, tragica o dolorosa, ma piuttosto dolcemente nostalgica, in alcuni punti quasi di un’ingenuità infantile. Segnaliamo soprattutto la Pastorale conclusiva, che ci sembra uno dei più incantevoli pezzi a tema natalizio che siano mai stati scritti.
Concluderà il concerto una raccolta di canti legati alla tradizione natalizia compilata da Claudio Balletti, oboista dell’Orchestra Haydn, per ricordare ancora una volta che la musica colta fiorisce spesso dalla pianta di quella popolare.

Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it