martedì 24 febbraio 2015

Concerto del 21 febbraio 2015, raccolta video.


https://www.youtube.com/watch?v=AlQmASskOQ4&list=PLQPBOHK3cRrn0OpQnEtDHodrnh-1W_5tZ&index=1Anche in occasione del secondo concerto della stagione 2014 / 2015, grazie alla collaborazione del nostro Media Partner Assesempione è disponibile una raccolta di alcuni video del 21 febbraio 2015: per visualizzarli sul canale YouTube dell'orchestra cliccare qui

Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
sito web: www.orchestralegnano.org
e-mail: orchestralegnano@alice.it

domenica 22 febbraio 2015

Concerto del 21 febbraio 2015, rassegna stampa.

Tratto da Assesempione.info:
Legnano – Ha riempito ancora una volta la Basilica di San Magno l’Orchestra da camera “Città di Legnano Franz Joseph Haydn”, con una serata dedicata a compositori italiani. I protagonisti sono stati, infatti, Alfredo Catalani con il suo preludio “A sera”, Giacomo Puccini con “Crisantemi” e “Tre minuetti”, Ottorino Respighi con “Antiche danze ed arie per liuto”, Riccardo Pick-Mangiagalli e i suoi “Preludi da Bach”, Bruno Bettinelli, autore nettamente successivo agli altri, con la sua seconda “Invenzione” giovanile e Francesco Paolo Neglia, legnanese d’adozione, con “Due gavotte”. Era presente anche la pronipote di Neglia che ha voluto brevemente raccontare la vita del parente emigrato in Germania per sfuggire al rifiuto artistico nella nativa Enna ed infine approdato proprio a Legnano a seguito della Grande Guerra (un busto lo ricorda in Corso Italia). Dopo tanti sabati i cui ho assistito alle interpretazioni della Haydn e del direttore Daniele Balleello, rimanendo ogni volta sorpreso in modo più forte e nuovo, mi risulta difficile raccontare questo concerto senza “allungare” l’ovvio complimento o rispolverare qualche vecchia riflessione. Mentre mi concentravo anche questa volta, cercando di cogliere nuovi spunti, ho pensato a come il calore di questa orchestra e di questi concerti in Basilica stia nel suo essere così vicina al pubblico, così smascherata da pretese che non siano il donare letteralmente la propria musica ai presenti che, nella disposizione di San Magno, sembrano letteralmente abbracciare l’orchestra. In un carnevale così triste e piovoso, questo è il tipo di calore che ci vuole. Va ricordato che questa è anche la manifestazione finale del corso di formazione orchestrale
dell’Associazione dell’orchestra stessa, che continua nel suo impegno di diffusione della musica sinfonica sia proponendola al pubblico che coltivando nuovi talenti. Dopo la serata inaugurale dedicata ad Antonio Vivaldi e questa dedicata a compositori italiani, vi sarà il prossimo 25 aprile un concerto dedicato a Haydn, con la Sinfonia n.101 in Re maggiore “The Clock”, e a Mozart, con la Sinfonia in Re maggiore K 585 “Haffner”. Sarà il 18 aprile alle ore 16, invece, l’incontro di presentazione al concerto presso la Biblioteca Marinoni di Legnano.
Enrico Gussoni

Orchestra da camera della città di Legnano Franz Joseph Haydn
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mercoledì 18 febbraio 2015

Stagione concertistica 2014 / 2015 - Secondo Concerto.

Clicca per visualizzare il programma della stagioneLa Stagione concertistica 2014 / 2015 dell'orchestra da camera "Franz Joseph Haydn" prosegue sabato 21 febbraio 2015 alle ore 21 presso la basilica di San Magno a Legnano, con un concerto dedicato alla musica del novecento. Dopo i concerti monografici dedicati, nelle passate stagioni, a musicisti inglesi ed americani, è la volta dei compositori italiani. Accanto ad autori celebrati, quali Giacomo Puccini e Ottorino Respighi, trovano posto autori non frequentemente eseguiti e che contribuiscono ad estendere lo sguardo sul florido e variegato patrimonio musicale italiano. Tra questi Paolo Francesco Neglia, che visse a Legnano nei primi decenni del secolo scorso e che rappresentò un punto di riferimento per la vita musicale e culturale cittadina del tempo.

Programma:

Alfredo Catalani (1854 - 1893)
Preludio “A sera”

Giacomo Puccini (1858 - 1924)
Crisantemi
Tre minuetti

Francesco Paolo Neglia (1874 - 1932)
Due gavotte

Ottorino Respighi (1879 - 1936)
Antiche danze ed arie per liuto - Suite III
1. Italiana (Ignoto - Sec.XVI)
2. Aria di corte (G.B. Besardo - Sec.XVI)
3. Siciliana (Ignoto - Sec.XVII)
4. Passacaglia (L. Roncalli - 1692)

Riccardo Pick Mangiagalli (1882 - 1949)
2 Preludi da J.S. Bach
Preludio No.1 (dal Preludio e fuga per organo in Re minore BWV539)
Preludio No.2 (dalla Partita per violino solo No.3 in Mi maggiore BWV1006)

Bruno Bettinelli (1913 - 2004)
Invenzione n. 2 per archi

Come negli anni precedenti, abbiamo scelto di dedicare il secondo concerto della stagione alla musica della prima metà del Novecento, selezionando compositori particolarmente rappresentativi delle correnti stilistiche prevalenti nei vari Paesi. Dopo i concerti dedicati ai musicisti inglesi ed americani, è la volta degli italiani. Caratteri comuni di molta della musica composta nel nostro Paese in quel periodo, ed anche dei brani eseguiti questa sera (ad eccezione di Bettinelli, il quale però appartiene ad una generazione successiva) è un prudente tradizionalismo tonale, legato al belcanto (Puccini, Catalani), o alla reminiscenza dell’antico, o ad un gusto musicale che il compositore condivideva con il suo pubblico. In altri termini, salvo eccezioni, i musicisti italiani, dai maggiori fino a quelli meno noti, tendevano a rifuggire dalle forzature spesso violente del linguaggio che in quegli stessi anni altri compositori, in altri Paesi, “imponevano” ai loro ascoltatori. Tutto ciò potrebbe essere considerato come l’indice di una cultura musicale un po’ arretrata rispetto alle più vitali avanguardie europee, oppure più semplicemente come lo specchio di un carattere nazionale meno incline a furori iconoclasti, a spezzare i ponti con il passato, e soprattutto con la tradizione operistica. Andrebbe poi osservato come una tendenza conservatrice pervadeva nello stesso periodo anche la musica inglese: coloro che frequentano abitualmente i nostri concerti ricorderanno probabilmente i pezzi in stile “elisabettiano” di Vaughan Williams e Holst che presentammo due anni fa. E, naturalmente, un eventuale giudizio limitativo sul piano culturale non implica affatto un giudizio negativo sul piano estetico, ove ci si ponga sul piano della riuscita delle intenzioni espressive dell’autore.

Il preludio “A sera” di Alfredo Catalani fu inizialmente scritto per pianoforte nel 1890. Venne trascritto due anni dopo per orchestra o quartetto d’archi, e divenne infine l’introduzione all’atto III della “Wally”, l’opera più riuscita nella carriera di questo raffinato autore, sfortunato nella sua breve vita stroncata dalla tisi, così come nella musica, dato che la sua apertura alle esperienze musicali tedesche venne schiacciata dalla presenza della gigantesca personalità verdiana, e dal suo essere cantore dello spirito nazionalista nell’Italia risorgimentale e post-risorgimentale. E tuttavia, nonostante Catalani sia oggi assai poco eseguito, la sua musica venne all’epoca lodata e apprezzata sia da Puccini e Mahler, che da Toscanini (il quale, come noto, donò persino il nome Wally alla sua figlia primogenita). “A sera” è un pezzo breve, dalla scrittura semplice eppure molto suggestiva, strutturata sopra un “ostinato” dei bassi che, mentre nella versione per pianoforte imita onomatopeicamente il suono di una campana vespertina (un testo apposto all’inizio della partitura recita: «E il mesto suono della squilla il mio pensier segue, vagando»), nella versione orchestrale acquista una sonorità quasi da organetto meccanico. Tutto il pezzo è condotto in modo minore, salvo un breve climax in maggiore, dopo il quale esso riprende il suo mesto incedere, fino alla conclusione. Il brano si inserisce pienamente nella vena dimessa e intimistica tipica di molta musica italiana della fine dell’ ‘800 e dei primi del ‘900, trovando una corrispondenza letteraria ideale nella poetica pascoliana, e forse un modello nella allora celeberrima “Melodia” dall’”Orfeo” di Gluck trascritta da Sgambati.

Giacomo Puccini (anch’egli lucchese, come Catalani) non necessita certamente di presentazioni. I quattro brani eseguiti questa sera risalgono al suo periodo giovanile (1890-92), e conobbero rapidamente un’ampia diffusione, sotto forma di riduzioni per pianoforte a due e quattro mani. “Crisantemi”, per orchestra d’archi, fu composto per commemorare la morte di Amedeo di Savoia, duca di Aosta. La prima parte è basata su una sospirosa melodia ascendente, eseguita all’unisono da violini e viole, mentre nella sezione centrale i primi violini sviluppano una più ampia e nostalgica frase, sopra una trama sonora tenuta prima dalle viole e poi dai secondi violini. Sebbene questa molle trenodia pecchi forse di un eccessivo sentimentalismo, l’ascoltatore vi può già riconoscere alcune delle caratteristiche dello stile pucciniano maturo, in particolare il raffinato trattamento armonico. I suoi due temi verranno ripresi pochi anni dopo nell’ultimo atto della “Manon Lescaut”. I “Tre minuetti” sono dei divertimenti senza troppe pretese, che giocano assai piacevolmente con un manieristico ‘700 (un vero topos, questo, dell’immaginario europeo), come in seguito faranno, tra molti altri, Stravinsky e Debussy. Se fosse ancora necessario dimostrare che il nostro autore, per quanto saldamente ancorato all’opera, ben conosceva il panorama musicale d’oltralpe, invitiamo ad apprezzare il colore più mitteleuropeo che italiano del terzo minuetto e, in alcuni passaggi del primo, qualche sorprendente affinità con alcuni dei Lieder giovanili di Gustav Mahler. Mentre il secondo minuetto confluirà anch’esso nella “Manon Lescaut”, della quale costituirà il motivo di apertura del primo atto, seppur reso poco riconoscibile da un’esecuzione da parte di tutta l’orchestra e a velocità più elevata.

Ospite d’onore della serata è però il legnanese di adozione Francesco Paolo Neglia, ricordato anche da un busto bronzeo posto in Corso Italia, inaugurato nel 1972. Nato ad Enna ed emigrato in Germania, Neglia fu direttore del conservatorio di Amburgo, e vi fu apprezzato anche come direttore d’orchestra. Rientrò in Italia poco prima dello scoppio della Grande Guerra, ma avendo sposato una donna tedesca, venne pesantemente osteggiato durante gli anni del conflitto, in quanto additato come filotedesco. Dovette quindi trasferirsi, dapprima a Caltanissetta, poi nuovamente in Germania ed infine, negli anni ’20, a Legnano, dove insegnò nelle scuole elementari ed in seguito fondò il liceo musicale “Verdi”. Le due “Gavotte”, composte in periodi diversi (1910 e 1920 circa), non sono affatto pezzi di un compositore occasionale, come testimonia anche il lungo catalogo delle sue opere. Nella prima si può apprezzare il gioco di linee strumentali del tema, dal sapore beethoveniano, ed il piacevole “bordone” al basso della parte centrale. La seconda, in totale contrasto con la prima, è sorprendente per la sua modernità pienamente novecentesca, con un procedere quasi da meccanismo a orologeria. Crediamo che l’ascolto di questo musicista, ingiustamente trascurato, costituirà una piacevole sorpresa per la maggior parte del pubblico.

La Terza Suite dalle “Antiche danze ed arie per liuto” (1931) è sicuramente il più noto tra i pezzi eseguiti questa sera. Il suo autore, il bolognese Ottorino Respighi, è considerato, insieme a Casella, Malipiero e Pizzetti, come il più autorevole rappresentante della cosiddetta “generazione dell’80”, che ebbe a suo merito l’allargamento - seppur prudente - degli orizzonti della musica italiana nel periodo tra le due guerre. In questo ambito, Respighi – insieme a Casella – fu esponente della cosiddetta “scuola romana”, che si affiancava a quella milanese e a quella veneziana. Nelle tre Suite, la cui composizione è significativamente distribuita lungo tutto l’arco della carriera di Respighi (le prime due sono del 1917 e del 1923), l’autore esprime tutto il suo amore per le musiche italiane del Rinascimento e del Barocco, sia di quelle popolari sia di quelle di corte. La Terza Suite, generalmente considerata la migliore, costituisce un’abile e suggestiva trascrizione per orchestra d’archi di questi brani pensosi e sereni, che lascia inalterati i concatenamenti accordali e le dissonanze tipiche del liuto, mentre vi aggiunge colori iridescenti e tempi più variati. I suoi quattro movimenti sono tutti in metro ternario e hanno un andamento di base moderato (rispettivamente: “Andantino”, “Andante cantabile”, “Andantino”, “Maestoso”). Tra essi, meritano particolare attenzione l’“Aria di corte”, una sorta di minuscola suite nella Suite, che contiene non meno di sei brevissimi pezzi raggruppati attorno ad un “Lento con grande espressione”, e la “Passacaglia” finale, che sviluppa una serie di variazioni su un basso ostinato, dopo un’esposizione nella quale il tema viene scambiato tra tutti i gruppi strumentali.

Torniamo in area “milanese” con Riccardo Pick-Mangiagalli, il quale, sebbene boemo di origine, era culturalmente italiano. E forse non tutti sapranno che questo musicista, vissuto a Milano e direttore del Conservatorio fino alla sua morte, è sepolto nel cimitero di Cerro Maggiore. I due pezzi che verranno eseguiti risalgono al 1930, e testimoniano della pratica, assai diffusa in quell’epoca, della trascrizione per organico strumentale diverso di pezzi celebri, in genere per servire come gradito bis alla fine dei concerti. Il primo Preludio è basato sul Preludio e Fuga in Re minore per organo BWV539 di Bach. La trascrizione di Pick-Mangiagalli chiarisce all’ascoltatore la polifonia bachiana, dato che le quattro parti della scrittura presenti nella partitura organistica vengono suddivise tra gli strumenti dell’orchestra. La versione orchestrale arricchisce altresì di colori e accenti la monocromatica scrittura organistica, ma senza alterarne il carattere suggestivamente austero e severo. Anche il disegno costruttivo del secondo Preludio, tratto dal Preludio che apre la Partita No.3 per violino solo in Mi maggiore, è piuttosto semplice, seppure sia diverso da quello del precedente. Esso consiste nell’aggiunta di un accompagnamento d’archi alla scrittura solistica bachiana, la quale viene eseguita invariata dai primi violini. Di questo pezzo esiste anche una ben nota trascrizione per pianoforte solo di Rachmaninov, incisa su disco dall’autore stesso.

Il milanese Bruno Bettinelli è uno dei più noti musicisti italiani contemporanei. A lungo titolare della cattedra di composizione nel Conservatorio della sua città, fu maestro per molti autori dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra e degli anni ‘60. Nel corso della sua lunga carriera, Bettinelli ha saputo utilizzare ecletticamente molti linguaggi musicali, dal contrappunto fino all’atonalità e alla dodecafonia, ma senza mai distaccarsi dalla ribadita fiducia nelle possibilità espressive della linea melodica, che in lui resta sempre filo conduttore riconoscibile. La seconda delle due giovanili “Invenzioni” per orchestra d’archi (“Allegro energico e ritmato”), composta nel 1939, alterna brevi frasi interrogative ad una risposta marcatamente ritmica e costruita a “macchie” cromatiche, con un influsso dello stile di Bartók, depurato tuttavia dai timbri acidi e corrosivi caratteristici dello stile dell’autore del “Mandarino meraviglioso”. La parte centrale costituisce un intermezzo lirico e sospeso. Il richiamo alle “Invenzioni” bachiane è certamente da ricollegarsi al sapiente trattamento contrappuntistico (peraltro non facilmente percepibile al primo ascolto), che include in questo pezzo anche passaggi canonici per “aumentazione”.
(a cura di Massimo Sacchi)

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mercoledì 11 febbraio 2015

Stagione concertistica 2014 / 2015 - Incontro di presentazione del secondo concerto.

https://drive.google.com/file/d/0B-jxFGXadxfRTWxuUG9JbTB6YVk/view?usp=sharingSabato 14 febbraio 2015 alle ore 16 presso la Biblioteca A. Marinoni di Legnano in Via Cavour 3/A si terrà l'incontro di presentazione del secondo concerto della stagione 2014 / 2015 dell'Orchestra da camera della Città di Legnano "Franz Joseph Haydn" (link al Programma della stagione).
L'incontro, di carattere divulgativo e in forma di confronto e dibattito, propone una guida all'ascolto coadiuvata dalla visione di video selezionati.
Sarà possibile aderire alla sottoscrizione promossa dall'orchestra e diventare Socio Sostenitore; tutte le infomazioni sono disponibili sul sito web dell'orchestra all'indirizzo www.orchestralegnano.org.

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